Il Quindicinale - numero 938 - giovedì 21 giugno 2018 (anno XXXVII - n.12)
Emanuela Da Ros - Il Salgàri perduto. Ritrovato. Amato
Il Salgàri perduto. Ritrovato. Amato
Lo studioso trevigiano Maurizio Sartor cura per Bompiani
un volume di racconti 'perduti' del grande autore veronese.
E fa due scoperte fondamentali.
di Emanuela Da Ros
Si dice che Che Guevara abbia letto più di
60 opere di Emilio Salgari. Popolarissimo in Italia, in diversi paesi
europei, ma anche in America Latina, il grande scrittore di origine
veronese, a distanza di oltre cent’anni anni dalla sua morte (Salgari si
suicidò il 25 aprile 1911) continua ad avere uno stuolo di fedelissimi
lettori. E ricercatori appassionati.
Se la copiosa produzione di romanzi e
racconti (circa 90) di Emilio Salgari è per lo più venuta alla luce
grazie all’attribuzione allo scrittore di testi per i quali aveva usato
alcuni pseudonimi ricorrenti, e all’epurazione di romanzi e racconti
falsamente attribuitigli, l’opera di Salgari continua a essere oggetto
di indagini, screening, percorsi filologici “investigativi”.
E quando uno studioso salgariano si mette in moto, il suo progetto ha
subito l’attenzione, il sostegno, la complicità di moltissimi
appassionati.
Il racconto smarrito e il racconto perduto. E’ stato
così anche per Maurizio Sartor, un giovane e valente studioso di
Pederobba, che insieme a Claudio Gallo ha curato - per i tipi Bompiani -
un delizioso volume salgariano dal titolo “Lo stagno dei caimani. E
altri racconti perduti” in uscita in questi giorni.
La genesi del libro (che è l’epilogo di una ricerca accurata tra dedali di riviste e racconti pubblicati agli albori del ‘900) è raccontata - come un romanzo d’avventura - nella prefazione ai racconti dallo stesso Maurizio Sartor. Che cercando un racconto di Salgari che si riteneva perduto (Lo stagno dei caimani), ha fatto due scoperte straordinarie. Ha rinvenuto un racconto inedito di Salgari (Un principe al Polo Nord) e intuito che lo scrittore, che spesso ricorreva a pseudonimi per firmare racconti o romanzi, a volte li anagrammava per recuperare ulteriori identità d’autore.
La genesi del libro (che è l’epilogo di una ricerca accurata tra dedali di riviste e racconti pubblicati agli albori del ‘900) è raccontata - come un romanzo d’avventura - nella prefazione ai racconti dallo stesso Maurizio Sartor. Che cercando un racconto di Salgari che si riteneva perduto (Lo stagno dei caimani), ha fatto due scoperte straordinarie. Ha rinvenuto un racconto inedito di Salgari (Un principe al Polo Nord) e intuito che lo scrittore, che spesso ricorreva a pseudonimi per firmare racconti o romanzi, a volte li anagrammava per recuperare ulteriori identità d’autore.
La scoperta - è convinto Sartor - potrebbe dunque far riaffiorare
ulteriori racconti o opere dello scrittore veronese, le cui opere più
celebri hanno avuto delle
fortunate trasposizioni cinematografiche (Il Corsaro Nero, Sandokan, I tre corsari).
"Un principe al Polo Nord - spiega Maurizio Sartor - è sicuramente un
racconto di Salgari, anche se l’autore l’aveva firmato con il nome
Giulio Retadi, che ho scoperto essere l’anagramma di Guido Altieri, lo
pseudonimo utilizzato da Salgari in diverse occasioni.
Attraverso le mie ricerche - svolte tra archivi, biblioteche, collezioni e fondazioni private - ho inoltre rinvenuto un’inedita illustrazione della "Stella Polare", l'imbarcazione con la quale il Duca degli Abruzzi aveva intrapreso la spedizione alla conquista del Polo Artico”.
Attraverso le mie ricerche - svolte tra archivi, biblioteche, collezioni e fondazioni private - ho inoltre rinvenuto un’inedita illustrazione della "Stella Polare", l'imbarcazione con la quale il Duca degli Abruzzi aveva intrapreso la spedizione alla conquista del Polo Artico”.
Le ultime novità si aggiungono ad altre brillanti intuizioni avute da
Sartor in ambito salgariano. “Nel luglio 2011 - spiega Maurizio Sartor -
avevo infatti scoperto che due romanzi pubblicati a firma Emilio
Salgari, dopo la sua morte, non erano stati scritti da lui ma da Mario Casalino,
un anonimo pennivendolo a pagamento (assoldato dall'editore di Salgari
in accordo con i suoi figli), sconosciuto a tutti gli studiosi e
ricercatori salgariani. La notizia è poi stata ufficializzata nel novembre 2012 e ripresa da
alcuni quotidiani. Ho infine attribuito ad altri romanzi postumi
(apocrifi) il nome del corrispettivo "ghost-writer". Tra questi, il
romanzo "Il ritorno delle Tigri di Mompracem" compilato in realtà da
Riccardo Chiarelli”.
Emanuela Da Ros
Emilio Salgari: scoperte, ritrovamenti, indagini, ricerche