La Repubblica - venerdì 27 aprile 2018 (pagina 19)

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Marta Occhipinti - Il racconto "palermitano" di Salgari

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La scoperta In una libreria dell'usato della Capitale
viene alla luce "Lo stagno dei caimani",
testo inedito pubblicato dall'editore Biondo di Via Roma


Il racconto "palermitano" di Salgari



di Marta Occhipinti


 In una libreria dell'usato della Capitale viene alla luce "Lo stagno dei caimani", testo inedito pubblicato dall'editore Biondo di via Roma
Il padre del Corsaro Nero ritorna mascherato tra le carte ingiallite dall'editore Salvatore Biondo di Palermo. L'idillio tra Salgari e lo storico editore palermitano di via Roma 54, è noto ai più appassionati collezionisti di rarità editoriali che adesso potranno aggiungere alla lista anche l'introvabile fascicolo contenente uno dei più misteriosi racconti dello scrittore veronese "Lo stagno dei caimani", pubblicato sotto il noto pseudonimo di Guido Altieri.
Spuntato fuori dal guazzabuglio di una libreria dell'usato di Roma, il fascicolo porta alla luce un doppio Emilio Salgari, perché a venir fuori è stato anche un inedito racconto dove per la prima volta Salgari utilizza l'anagramma del suo più celebre pseudonimo.
 Come i colleghi Collodi e Vamba, anche Salgari non resisteva al fascino dello pseudonimo e tra gli appassionati bibliofili dell'editoria non sono mancate le ricerche di quei racconti fantasma, nascosti dal doppio velo del tempo e della paternità ignorata. L'ultimo riaffiorato da una libreria romana, il finora irreperibile racconto di Papà Marton nella prateria dei pelli rosse, pubblicato da Salgari nel 1901, all'interno del magazine "Letture moderne illustrate per le famiglie" dalla casa editrice Salvatore Biondo, editore con il quale Salgari collaborò fino ai primi anni venti del Novecento.
Nei circoli salgariani se ne parlava un po' come il mistero del Sacro Graal. Si conoscevano editore e anno di pubblicazione, ma si pensava che le copie della rivista fossero andate perdute per sempre. Nessuno avrebbe immaginato, poi, che quel fascicolo avrebbe contenuto una doppia scoperta: uno pseudonimo salgariano anagramma del già noto "capitan Guido Altieri", mutato in Giulio Retadi in uno sconosciuto racconto dal titolo "Un principe al Polo Nord".
Autore del fortunato ritrovamento è Maurizio Sartor, trevigiano appassionato di Salgari. Dopo anni di ricerche tra fondi di biblioteche italiane, quattro anni fa l'arrivo di una mail inaspettata da parte di un anonimo collezionista: «"Lo stagno dei caimani" non è una leggenda, esiste veramente».
L'anonimo bibliofilo ha acquistato, infatti, il racconto in libreria prestandolo allo studioso solo per alcune scansioni, grazie alle quali il testo è tornato lo scorso mese in libreria in un'antologia salgariana, "Lo stagno dei caimani e altri racconti" (Bompiani), curata dallo stesso Sartor assieme a Claudio Gallo, tra i maggiori esperti di pubblicazioni salgariane.
«In verità avrei voluto mantenere per me il segreto – scrive il collezionista all'autore – ma, avendo letto il suo accorato appello ho ritenuto che il suo interesse andasse premiato. Mi consenta tuttavia l'unico vezzo di celarle la parte centrale della copertina per una sorta di piacere esclusivamente personale. Come ben sa i collezionisti costituiscono un ottimo campionario per studi psicoanalitici e cerco di non abbassare questo livello tormentandomi nel cercare di individuare la linea di confine che passa tra un bibliofilo e un bibliomane».
Scrupolo o più semplice affezione al pregio dei libri antichi: il fascicolo più agognato tra gli studiosi di Salgari, arricchito dai disegni di Carlo Chiostri, rimane un bottino privato. Resta tuttavia il pregio della ripubblicazione del testo, accanto a nove racconti "palermitani" andati anch'essi perduti e ritrovati nel tempo, compreso il raro scritto fantascientifico, "Il mio terribile segreto", firmato da Salgari con lo pseudonimo di Enrico Bertolini e pubblicato da Biondo nel 1904 nella rivista "Psiche. Letture Moderne Illustrate".
«Dopo il ritrovamento del misterioso "Stagno dei caimani" – racconta Claudio Gallo – abbiamo deciso di restituire una raccolta dei racconti più rari pubblicati per l'editore palermitano, capace di porre tra Otto e Novecento il libro italiano per la gioventù in sintonia con la cultura europea».
L'idillio tra Biondo e Salgari scoppiò quando la fama dello scrittore correva già per l'Italia.
Un incontro mediato da una raffinata donna fiorentina, Emma Perodi, che dal 1895, certa di rivoluzionare la casa editrice palermitana, diresse una delle collane più celebri della casa editrice la "Bibliotechina aurea illustrata", volumetti da ventiquattro pagine che ospitano le migliori penne della narrativa per bambini di quegli anni, da Luigi Capuana a Ida Baccini e lo stesso Salgari, alias "capitan Altieri o Retadi" che in soli sei anni vi pubblicò 67 racconti.
«Le collane per le famiglie di Biondo – commenta Maurizio Sartor – sono un ricco terreno di scoperte. Non sappiamo tuttora da dove nasca l'utilizzo dell'anagramma Giulio Retadi, forse fu un semplice stratagemma per non ripetere lo stesso nome all'interno del fascicolo o ancora per aggirare come di solito norme contrattuali con editori. Resta il fatto che si tratta di una scoperta inedita che speriamo possa portare nuovi studiosi a ritrovare altri pseudonimi».

Marta Occhipinti


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Emilio Salgari: scoperte, ritrovamenti, indagini, ricerche